Guarda qui l’intro del primo episodio, in cui Margaret, la Signora Ceppo, anticipa un indizio legato al contenuto.
Ah, la sveglia di buon ora! Se c’è una cosa che piace a Dale è svegliarsi presto e mettersi a testa in giù. E lì riflettere su argomenti di varia natura, tipo “Chi ha ucciso Kennedy e soprattutto che relazione c’era tra Marilyn Monroe e i Kennedy?” E’ una domanda che capita a tutti di porsi, no? Anche più volte al giorno. Soprattutto se si sta indagando su un misterioso omicidio in una piccola cittadina al confine con il Canada. Come e perché le due cose siano legate è chiaro, no? No. Marilyn, la reginetta di bellezza più amata del mondo è qui una studentessa di liceo, reginetta di bellezza più amata della cittadina. Marilyn aveva avuto un’infanzia difficile, tra orfanotrofi e famiglie che la maltrattavano, abusi sessuali e relazioni con il potere sin da piccola, poiché affidata al governo per l’assenza di qualcuno che si prendesse cura di lei.
Laura ha un’adolescenza difficile, è nelle mani di uomini potenti perché possa essere economicamente in grado di procurarsi la droga, suo padre abusa di lei sin dall’infanzia e infine viene uccisa dallo stesso male di cui non aveva osato parlare a nessuno. Entrambe celano i loro segreti dietro un sorriso di splendente perfezione e dolcezza. C’è di più. Lynch e Frost avevano in programma da molto tempo un lavoro per la tv. Doveva trattarsi di una serie dedicata alla biografia di Marilyn, tratta dal libro “Goddess”, di cui però non riuscirono ad ottenere i diritti. Twin Peaks, insomma, fu un ripiego. Ma c’è da scommetterci che il messaggio rimase lo stesso. Non la trama, non gli elementi in evidenza, ma il codice, il sottotesto, sì, quello che ci interessa, quindi. Che poi il lato oscuro di Hollywood sia un importante argomento di riflessione a cui Lynch ci invita più volte è evidente in Mullholland Drive. Quello che non abbiamo visto nella terza stagione di Twin Peaks al tempo, lo vedemmo poi in Mullholland Drive, il “Viale del Tramonto” lynchiano”. In quest’ottica, che ho appena accennato per approfondire in altra sede, la domanda di Dale, “cittadino comune” diventa: «Quali son i legami tra Hollywood e il potere? Chi ha ucciso Marilyn, lasciando credere al mondo che si trattasse di suicidio? Chi ha ucciso Kennedy e per quale motivo era diventato scomodo come Marilyn?» Molte risposte a questa domanda, hainoi, pare le abbiano i fantasiosi cospirazionisti, che parlano di controllo mentale. MkUltra, Monarch, Bluebird: ne avete mai sentito parlare? Qui, potete scoprirne di più. La missione dell’Agente Cooper è: scoprire chi ha ucciso Marilyn Monroe. Decifrato il codice che parla di Laura, scoperto il mistero. Ah un momento! Una cosa carina. Un giorno Marilyn incontrò a una festa la sua amica Rosemary Clooney che aveva con sè il suo bambino appena nato. Marilyn passò tutta la sera a cullare il bimbo, innamorandosene perdutamente. Quel bimbo ora fa l’attore e in Twin Peaks ed è il nostro Abert. Teniamo dunque aperta questa domanda e portiamola con noi in attesa della terza agognata stagione, poiché non è Leland il nostro eroe, il killer di Marilyn e Kennedy e Laura, ma Bob. Capire chi si cela dietro a Bob è il vero motivo della nostra ricerca. Non prima però di aver fatto colazione. Un momento prego.
Ah. Questo sì che è un caffè. Scuro, forte, energizzante, buono. Che si faccia ricordare. La droga preferita del mondo. La droga lecita, accettata, distribuita in grande quantità, la sostanza dopante per eccellenza, l’inevitabile vizio considerato un piacere irrinunciabile. Per tutti, soprattutto per Dale. Nel codice: caffè uguale droga. Sai che novità! Ok, Twin Peaks è anche una storia di droga. Ma c’è di più. Il caffè tiene svegli, accresce l’attenzione ci tiene ben ancorati a questo mondo. Ma se il mondo è per noi un codice che va decifrato per arrivare alla verità, o almeno il mondo di Twin Peaks lo è, star bene ancorati alla realtà in questo caso significa dormire. E dormire, sognare, invece significa capire. Dove è Dale il 25 febbraio del 1989? Al Great Northern a fare colazione con Audrey Horne. Ma come è possibile che sia lì se in realtà si trova con Laura nella Loggia, come dimostrato al termine di Fuoco Cammina Con Me? Sto correndo troppo, d’accordo. Eppure Philippe Jeffries sembrava saperlo. «Chi credete che sia questo qui?». Ovvio: un doppelganger. Qualcuno svegli il “buon Dale” per favore. Ma non sarà certo un caffè a svegliarlo dal sogno che tutti credono essere la realtà. Insomma, Gordon qui la dice lunga: il caffè è il modo migliore per dormire. Nel sogno alcuni indizi ci appaiono slegati dal contesto, eppure li accettiamo, lasciando che ci indichino la strada per una comprensione più profonda.
«Buongiorno agente Cooper, le piace il mio anello?» Sì, carino il tuo anello Audrey, ma chi se ne frega, anche. E invece no. Un anello. Un cerchio. Il serpente che mangia la sua coda. L’Ouroboros (detto anche Uroboro, Oroboro, Oroborus, Uroboros, Uroborus, Ourorboros) è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che nell’atto di mordersi la coda, formando così un cerchio e “ricreandosi” continuamente. Si tratta di un simbolo – associato all’alchimia, all’ermetismo e allo gnosticismo – che rappresenta la teoria dell’eterno ritorno, la natura ciclica di tutte le cose. È associabile a tutto ciò che può essere rappresentato attraverso un ciclo che, dopo aver raggiunto la propria fine, ricomincia dall’inizio ancora una volta, all’infinito. Sveglia Dale! Sei in un cerchio infinito, in un anello. Laura ha accettato un anello, Laura ha ceduto al circolo temporale che mai potrà essere spezzato. Sveglia Dale! Che poi il bello è che glielo stanno dicendo tutti di continuo, e lui lì niente, imperterrito persevera nel suo giochino: “Chi ha ucciso Laura Palmer?”. E allora giochiamo. Intanto sarebbe il caso di commentare il golfino di Audrey con dei fantastici alberi sicomori, ma passiamo oltre. Arrivato in centrale Dale si mette subito al lavoro mentre tutti i presenti sono ancora intenti nel consumare la loro dose di droga quotidiana. Caffè. Le indagini iniziano e la narrazione prende respiro.Se l’episodio pilota, così come Fuoco Cammina Con Me, contiene interamente il codice, i diversi episodi a partire da questo momento scorrono puntando allo svolgimento della trama che diventa fondamentale perché il codice sia contestualizzato. Quindi tirate un sospiro di sollievo: i commenti non saranno più “frame by frame”, ma relativi ad alcuni frames più importanti di altri.
Insomma, come se fossimo immersi in un sogno bellissimo che a tratti diventa un incubo (tanto per citare Donna), le cose che succedono significano qualcosa anche quando non sembrano determinanti per la trama. Le ricerche, gli interrogatori, Bob e Mike in terra così come Bob e Mike in cielo o ovunque altro sia, Albert che arriva a portare scompiglio, James che teme per sé e Donna che inizia quasi ad essere contenta della dipartita dell’amica. La vita normale insomma, quella in cui ci si incontra in ferramenta e, sebbene rivali, si scambiano due chiacchiere. Così scopriamo che la donna con un occhio solo è moto interessata a risolvere un’annosa questione: le sue tende sono rumorose. Quando le si chiude non si riesce a far a meno di farsi notare.
Traduco o è già chiaro così?
Intanto guardate che bellissimo paio di corna ha Norma, ex reginetta di bellezza, mefistofelica rappresentazione in balia di un potere più grande. Norma Jean. No, scusate, Norma Jennings. (Ghigno di soddisfazione). Poi, già che siete lì, provate a decifrare il rebus: l’occhio solo teme che chiudere le tende per mantenere i segreti sia una faccenda da risolvere senza fare alcun rumore. Ci siete? Ci sono cose che vanno tenute nascoste ma senza destare sospetto, per questo servono dei batuffoli di ovatta. Qualcosa di soffice, che aiuti nella mistificazione. Lasciamo che questa digressione resti tale e torniamo alle ricerche. Circondati da altre corna di cervo, Dale e Harry chiacchierano amabilmente con la bellissima Josie Packard fino a quando un piccolo incidente non interrompe la conversazione. Un pesce nella caffettiera. Adorabile! Scusate, ma io quando Gordon fa così, non gli resisto proprio. Qualcosa non va. Qualcuno inserisce un elemento estraneo, un pesce, il simbolo della salvezza cristiana, di Gesù, all’interno del meccanismo che tiene gli uomini legati all’ingannevole mondo che essi chiamano realtà. Quanta bellezza in quest’intuizione. Qualcuno, ma chi? O cosa? Quali forze spingono affinché il cerchio sia spezzato? Giganti, vecchietti, anziane signore con nipoti prestigiatori, uomini con un braccio solo. Tutti loro o forse nessuno di loro. Quel che è certo è che alcuni abitanti di Twin Peaks, naturalmente predisposti a intuizioni che superano la realtà percettiva, iniziano a svegliarsi. Come Sarah Palmer, non più sicura di ciò che vede, come se la vista le facesse brutti scherzi. Come in un sogno: a volte nel nostro sogno c’è una persona ma la percepiamo come un’altra. I gufi non sono quello che sembrano eccetera, eccetera.
O come Hawke che intuisce l’importanza dell’uomo con un braccio solo nel momento in cui lo vede dirigersi verso un’apertura che conduce ad un percorso illuminato d’azzurro. In a Blue World. Come se entrasse al Club Silencio. Sono legati Mullholland Drive e Twin Peaks, tanto che pare vedere Laura tra gli spettatori dello show in cui “non c’è banda che suona. E’ tutto registrato.”
Ok, segnatevi di tornare dopo a ripassare il film con Naomi Watts e andiamo avanti con questo e poi gli altri episodi. Come in un anello è difficile decidere da dove iniziare, poiché tutto appare legato. Il mio buon consiglio è di seguire il bianconiglio fin dentro la tana partendo dal pilota, seguendo la prima stagione, arrivando al film e poi procedendo con le ispirazioni. Sempre però avendo ben presente già tutti gli elementi. Questo blog è un ripasso, è dedicato a chi ha già visto e vuole solo capire meglio.
Capire ad esempio che il Maggiore Briggs ha un compito designato dall’alto all’interno della società. Come un padre in una famiglia egli deve assicurarsi che le regole siano rispettate, che ci sia disciplina, che i segreti siano custoditi. Egli è un intermediario. Capire che se la caffeina ci è concessa, un’altra droga ancora più diffusa e amata tiene sotto controllo le nostre funzioni percettive: lo zucchero. Dale ama questo mondo. Lo adora addirittura. Starebbe sempre a contemplare gli alberi, suonare il suo piffero, bere caffè e mangiare torte di ciliegia. Insomma, lui in questo inganno percettivo che chiamiamo realtà ci sguazza beato. Alcuni segnali tuttavia non possono più essere ignorati, e tra qualche giorno sarà disposto persino a parlare con quel ceppo d’albero che Margaret chiama marito. Giusto il tempo di abituarsi a considerare i personaggi di questa vicenda, per quanto affascinanti, semplicemente delle comparse in un sogno tutto suo.