Ci mancava solo questa: un codice Shining. Non ne usciamo più. Vi presento la brillante coppia di allegre comari Kubrick-Lynch. Lynch si ispira a Kubrick, Kubrick si innamora di Eraserhead e si ispira a Lynch il quale si ispira a Kubrick a sua volta. Concedetemi una divagazione. Un’altra. Guardando Inland Empire, nel silenzio di una piccolissima sala cinematografica, solo una frase proveniente da un’imprecisata fila, distolse me e gli altri avventori dalla lunga narrazione. Qualcuno aveva perso la pazienza e aveva detto ad alta voce: «E’ inutile. Questo sa qualcosa, vorrebbe dircela, ma non ce la fa.» Facendo ipotesi, senza certezza alcuna, potremmo sospettare che quella cosa che Lynch sa, la sapeva anche Kubrick. Con la differenza che Kubrick ce l’ha detta un po’ di più. Cospirazionisti senza ritegno direbbero anche che questo gli è costato. Io non lo dirò mai. Nel 2012 il regista Rodney Ascher ha raccolto tutti gli elementi a sua disposizione, e a disposizione dei maniaci del fermo immagine, per decifrare il codice Shining. La cifratura del messaggio sembra essere accettabile. La chiave funziona e la serratura si apre. Prima di esaminare il codice Shining però sarà meglio fare un breve elenco di spunti da cui partire per considerare le due visioni effettivamente legate.
Nella scena iniziale, ancora nei titoli il paesaggio specchiato nel lago adiacente i monti tra cui si trova l’Overlook Hotel anticipa un motivo ricorrente: quello del doppio. Due personalità per il protagonista, la cui immagine nello specchio sembra diventare altro da se’. Come in Twin Peaks accade per Leland, così in Shining, Jack Torrance non è più il padre affettuoso, ma si trasforma,in un pericoloso assassino, o forse già lo è. Due personalità anche per il piccolo Danny, una delle quali confida all’altra pericolosi eventi del futuro.
I luoghi dell’Overlook Hotel ricordano in moltissimi particolari il Great Northern a Twin Peaks. Le decorazioni tipiche dei nativi americani, la struttura in legno, persino gli alberi che sono al suo esterno. La posizione esterna e la forma piramidale della facciata che sembra richiamare proprio le cime simbolo di Twin Peaks. Altresì evidente sono le somigliande, considerate un omaggio, tra i locali della scuola in Twin Peaks e i bagni dell’Overlook Hotel. L’architettura dell’Overlook Hotel inoltre nasconde un grande segreto, rivelato dalle corse nei corridoi di Danny e dagli spostamenti di Jack sin dai primi passi al suo interno: si tratta di un luogo che presenta aperture su “zone impossibili”. L’analisi approfondita di Rob Ager vi sarà d’aiuto se siete maniaci dei dettagli. Finestre che non possono esistere, corridoi che si somigliano ma non sono lo stesso, pavimenti che si snodano su piani diversi a cui si arriva senza scale. Vi ricorda qualcosa? La Loggia Nera, sì. Anche il pavimento presenta un simile motivo ridondante.
Rimandandovi alla visione di Room 237, senza scendere nei dettagli del “frame by frame” sento di poter riassumere, anche se peccando di superficialità, l’ipotizzata intenzione di Stanley Kubrick, alla base della sua trasposizione cinematografica del romanzo di Stephen King, così: Shining è una denuncia degli orrori compiuti nel tempo dal genere umano. Il genocidio dei nativi americani; l’olocausto; il condizionamento mentale inflitto da messaggi subliminalmente sessuali; l’inganno e la mistificazione per far dimenticare alla gente comune orribili azioni. Questi sono alcuni dei temi che fanno da sottotesto a quello che inizialmente sembra essere un film horror, trasposizione di un romanzo di Stephen King. Seguendo le indicazioni del documentario, il codice Shining è stato pensato da Kubrick per denunciare il proprio coinvolgimento nella mistificazione dell’allunaggio, oltre a una serie di altri “grandi segreti”, non sembra essere ben chiaro custoditi da chi e perché.
Danny, con la maglietta che raffigura il lancio della missione Apollo11, quella dell’allunaggio, gioca con convogli e macchinine come a disporre un set ben ordito, mentre fisicamente sembra delimitato all’interno di un perimetro senza via di fuga.
Secondo tale lettura Kubrick sarebbe stato invitato a girare un film molto ambizioso. I finanziamenti ricevuti dalla Nasa per 2001 Odissea Nello Spazio gli avevano consentito di fare ricerche ed esperimenti sufficienti a mettere in scena il vero sbarco sulla luna. O meglio uno sbarco sulla luna che sembrasse vero per tutti. L’unico che l’umanità mai ricordi. Potrei girarci intorno per ore. Ma basta, sono stufa. In sintesi: quella cosa lì del “grande passo per l’umanità ma piccolo passo per un uomo” è una battuta da copione. Finto. Film. Luci, scenografie, prospettive. Ora, se ancora non state ridendo fatelo pure perché poi vi chiederò uno sforzo. Diamo una possibilità all’ipotesi cospirazionista. Per dieci minuti, non di più. Fingiamo di crederci. Facciamoci le domande giuste. Chi ha ordito l’ingegnoso e malizioso piano? Perché? Secondo queste teorie un piccolo e selezionato gruppo di persone possiede conoscenze che non sono divulgate dalla scienza ufficiale né da alcuno scritto religioso. L’ingresso in questo gruppo ristretto è garantito solo per nascita o per iniziazione. Da secoli questa casta decide le sorti dell’umanità. Come si chiamano, chi sono, se davvero hanno superpoteri, o magari sono a loro volta comandati da entità superiori divine, sono solo alcune delle inutili domande che potremmo farci. Inutili perché potremmo darci risposte a caso. Ma se dobbiamo parlare di loro abbiamo bisogno di chiamarli in qualche modo. Vi piace Illuminati? No. Rettiliani? Nemmeno. Il Nuovo Ordine Mondiale? Pretenzioso. Intelligence? Fbi? Cia? Mmmh, se proprio vogliamo giocare, sarà più facile pensare che questi siano organismi di supporto, di controllo. Ci penseremo. Sono benvenuti suggerimenti: diane@isegretiditwinpeaks.com. Andiamo avanti. I “chiamateli-come-vi-pare” da tempo immemore giocano con gli uomini come fossero cavie da laboratorio, al fine di mantenere il potere, e lo fanno con mezzucci: li prendono da piccoli, li traumatizzano, li programmano e li trasformano in qualunque cosa sia utile loro. Per esempio rockstar, registi, stelle del cinema o assassini. Sono già passati i dieci minuti? Non ancora, continuiamo. Su una cosa sarete d’accordo: noi non conosciamo il mondo, ma la percezione che del mondo abbiamo. Quindi ciò che la vista, il gusto, l’odorato, l’udito e il tatto ci comunicano essere la verità. Nel sogno tale impianto percettivo è distorto e per questo quando ci svegliamo diciamo a noi stessi che quella non era la verità, ma che l’unica cosa reale era il nostro corpo addormentato. Quando siamo ubriachi, in trance, anestetizzati, o sotto effetto di sostanze dopanti o chimiche come l’acido lisergico, la nostra percezione è alterata. Ma appena tornati sobri diciamo a noi stessi di non aver sperimentato la realtà, ma un’illusione. Chi ci garantisce che sia così? Se non conosciamo altro mondo se non quello che percepiamo e qualcuno è in grado di operare su quel sistema percettivo alterandolo, o superandolo, ha il controllo di quel mondo. Così lo spazio e il tempo non sono altro per noi che “la percezione” del concetto di spazio e di tempo. Ho ancora poco tempo prima che smettiate di giocare con me, quindi vado al sodo. La conoscenza arriva da lontano, da millenni, forse da altri posti che non siano il pianeta Terra, anzi, da altri spazi e altri tempi. Chi o cosa ha tramandato tale conoscenza è un corollario che non possiamo approfondire ora. Hollywood, la tecnologia, il rock’n’roll, così come la letteratura e la poesia in altre epoche, sono diversivi, sono la carota retta dal bastone, sono ciò che è utile a far progredire secondo binari segnati la razza umana. Chi collabora a tali carrozzoni è uno schiavo che invita altri schiavi a continuare nel lungo sonno, in un mondo che non è reale. Cosa sia davvero reale non ci è dato sapere. Ma quel che pare evidente è che alcuni collaboratori a un certo punto smettono di essere accondiscendenti, come nel mito platonico della caverna e si pentono di aver siglato l’accordo con il diavolo. E allora ecco Kubrick che racconta degli incontri segreti, in cui i “chiamateli-come-vi-pare” si nutrono di energia umana attraverso rituali sessuali, racconta dell’onniscenza e ubiquità, della loro capacità di essere qui e nei sogni di chiunque, da una parte e dall’altra parte dello specchio. Ma ancor prima eccolo, in Shining, svelare delle atrocità commesse nei secoli, di cui ci si vuole dimenticare, come l’olocausto e il genocidio dei nativi americani. Eccolo svelare le bugie perpetrate per tenere vivo e interessante il teatrino. Ma, cosa che in Room 237 non è evidenziato, eccolo raccontare del più atroce di tutti i segreti, che non è più un segreto, ma, chissà perchè è diventato una leggenda metropolitana: il progetto Monarch, successivo all’ Mk Ultra, affine al Bluebird. I dieci minuti sono quasi trascorsi, ma ho una cosa da farvi vedere.
Eccone un’altra
Strano che l’errore più evidente in questa pagina dell “All Work And No Play” , futuro best seller del grande Jack Torrence , manchi prima una ‘K’ e poi la battuta sia ferma su ‘MK’ con una a quasi assente. Ho barato. Vi ho chiesto dieci minuti di “creduloneria” e invece vi ho indicato la strada per scendere un pozzo senza fondo. Da qui in poi potete smettere di giocare e tornare, come farò io, a ridere di certi vaneggiamenti. Se però a questo punto siete curiosi e volete proprio capire meglio, questa trattazione mi è sembrata la più completa dissertazione sui metodi di controllo mentale di cui vi parlavo. Se vi va apporfondite nel link e poi tornate qui, ché ci sono ancora cose da dire su Shining.
Prima di tutto il fatto che il film non è altro se non la presa di coscienza di Danny a proposito dei soprusi subiti, di cui il padre era stato artefice o complice (Nella trattazione al link indicato noterete che le famiglie delle vittime di controllo mentale sono sempre al corrente della situazione, o vogliono ignorare i fatti). Nel caso di Wendy, esattamente come Sara Palmer, la consapevolezza è impedita dal rifiuto, dalla negazione, che le pone in uno stato di coscienza alterata (Leland Palmer droga Sara ogni volta che opera come Bob). Ma perché se Kubrick voleva dire tutte queste cose, lontane dalla trama già esistente, ha scelto proprio un romanzo di Stephen King? Perchè non ha dato luogo a una storia, una sceneggiatura originale? Perché la denuncia non poteva non includere un messaggio ai più stretti giullari di corte, tra cui, seguendo la pista di indizi, Stephen King sembrerebbe essere.
Bip-bip Stephen ( Per capire questa dovreste aver letto It almeno tre volte più di quanto sia necessario). Forse è per questo che mentre nel romanzo Jack guida un Maggiolino rosso, nel film invece il protagonista è mostrato alla guida della stessa macchina, ma di colore giallo. Sembra che Kubrick voglia dire che quella è la “sua” macchina, quella che lui guida, non quella di di Stephen King. Tanto che nella scena in cui Dick tenta di raggiungere la famiglia durante la tormenta di neve, appare un Maggiolino rosso vittima di un incidente, in cui è completamente distrutto.
Un’ultima cosa: il film si conclude con l’immagine di Jack Torrence congelato all’interno del labirinto (Importante la simbologia del labirinto, tra l’altro. Ancora un invito alla lettura della nota sui meccanismi di controllo mentale). Anzi no, si conclude con l’immagine di Jack Torrence nella foto, molti anni prima, ad insinuare il dubbio che egli fosse solo un altro strumento nelle mani della stessa entità (come Leland è per Bob) che commette nel tempo lo stesso crimine. Stavolta però Wendy e Danny sono salvi. E tutti vissero felici e contenti. No. Falso. Inizialmente era stata girata una scena conclusiva del film, salvo per un ripensamento del regista che volle eliminarla prima che fosse distribuito. In questa scena Wendy e Danny sono in ospedale. Wendy è assistita da un’infermiera che ne conferma la convalescenza quasi completa, mentre Danny è nella hall con un’infermiera quando va a trovarlo il Sig. Ullmann, direttore dell’hotel.
Abbiamo già detto che Ullmann somiglia incredibilmente a Kennedy? O comunque alla più tipica raffigurazione di una figura istituzionale americana come il Presidente degli Stati Uniti? Presidenti, ufficiali, politici in generale controllano che le vittime siano in salvo, al sicuro, che non temano più nulla. In modo che tutto possa ricominciare. Perdonatemi quest’ultima frase, s’era detto che i dieci minuti da “cospirazionisti” erano finiti. Però non è strano che la prima riflessione di Dale, subito dopo l’episodio pilota, riguardi la natura della relazione tra Marilyn Monroe e i Kennedy? Rimando questa osservazione all’approfondimento dell’episodio #1 della prima stagione.
Ora potete riguardare quel meraviglioso film che è Shining, per accorgervi di non averlo mai visto davvero prima. Cosa che, forse, si potrebbe dire anche del mondo. Ho detto “forse”.